In realtà si correva già prima. Erano sfide "artigianali" nelle quali la vittoria era, per chi l'otteneva, un grande premio e dove un vessillo o una bandiera dati a chi si assicurava il successo avevano un po' lo stesso significato della medaglia d'oro che viene assegnata al vincitore olimpico. Rivisitiamo in poche foto la storia dell'impianto e dei suoi protagonisti.
La curva finale
La foto del 1923 ritrae i cavalli Peter Bieler (F.Brunati in sulky) e Black Gim Junior impegnati ad affrontare l'insidiosa "ultima curva" Vincerà Peter Bieler che entrerà nel cuore degli appassionati del periodo.
Un grande del passato: Muscletone
Nel 1929 il Montebello adotta "la fotografia" per decifrare gli ordini d'arrivo. Dal '34 le corse si possono svolgere in notturna grazie ad un potente impianto di illuminazione. La foto immortala Muscletone, importato americano capace di correre a Trieste in 1.19.3 nel 1936 !
Il grande Mistero "sbarca" a Trieste
Tra i molti campioni che hanno onorato la pista triestina è doveroso ricordare Mistero, unico indigeno capace di vincere il Prix d'Amerique. Al Montebello sigla il Premio di Primavera 1947 sulla distanza dei 2150 metri in 1.23.1.
La premiazione di Bayard e "l'Ammiraglio" Ugo Bottoni,
vincitori della prima edizione dopoguerra del Presidente della Repubblica (1950)
Altro cavallo di spicco che ha iscritto il suo nome nell'albo d'oro delle classiche triestine è Bayard, portacolori della scuderia Tevere, vincitore tra l'altro della prima edizione del Gran Premio Lotteria di Agnano (1951).
La partenza: momento decisivo della corsa
Tra le tante figure importanti che hanno aiutato a crescere l'ippodromo di Montebello, un posto di rilievo lo dedichiamo a Gino Meola (nella foto), per oltre quarant'anni bandiera dell'anello triestino. Re della "manutenzione" della pista, valido starter fino al 1969, Meola ha avuto grande importanza nel rifacimento dell'impianto del 1968.
Antonio Quadri: giovane "cravache" al montato
Antonio Quadri: un nome ben conosciuto agli appassionati ippici italiani. Vincitore di oltre 3000 corse, campione italiano a Montegiorgio nel 1983, vincitore di una Coppa del Mondo al Montebello (1977), per molti anni top-driver a Trieste. Ha iniziato negli anni '50 come "cravache" al trotto montato, in seguito si è specializzato nelle corse a "redini lunghe". Ha smesso di gareggiare qualche anno fa. Tra i suoi cavalli ricordiamo Waymaker, Agadir, Eudossio, Davis, Buchanan e Sagittarius.
Checco Mescalchin ad una delle molte premiazioni
Francesco Mescalchin, driver veneto "naturalizzato "triestino". La francese Kukurusa è il cavallo che forse più di ogni altro ha legato il suo nome con quello del popolare "Checco", congedato dalla vita al termine di una corsa in una calda serata d'agosto.
Gino Bragaloni esulta in sulky a Livrio
Gino Bragaloni, forse il miglior preparatore di puledri approdato al Montebello nel dopoguerra.
Be Sweet e Hans Frömming
E concludiamo la storia dell'ippodromo triestino del Montebello, ricordando Be Sweet, cavallo in grado di trottare l'edizione '68 del Premio Città di Trieste alla media di 1.16.6, record della pista durato quindici anni. In sulky l'"omino di Amburgo", John Hans Frömming.